Carlos Alcaraz sempre più protagonista: il presente è ancora (anche) di Djokovic ma il futuro è tutto suo. Sentite cosa dice di lui il suo avversario!
Non può che girare intorno a questi due il tennis dei giorni nostri. Carlos Alcaraz e Novak Djokovic. Rispettivamente numero 1 e numero 2 del mondo, ma non c’è bisogno di un ranking ATP a certificarlo.
Anzi, se vogliamo metterla su un piano meramente aritmetico, anche il ranking può essere un indicatore di quanto siano dominanti questi due tennisti in questo momento. Sono gli unici 2 ad avvicinarsi ai 10mila punti, con quasi 4mila punti di distacco da Daniil Medvedev che al momento occupa la terza posizione della classifica ATP.
Due alieni, con una differenza di ben 16 anni l’uno dall’altro. Due sportivi che fanno impressione, per motivi diversi ma se vogliamo molto simili. Di Djokovic fa senzazione quanta voglia abbia ancora di vincere e quanto facile ancora gli riesca a 36 anni. Una fame atavica unita a una classe cristallina e ad una competitività che a quell’età è difficile da riscontrare.
Dall’altra parte Alcaraz stupisce per motivi se vogliamo opposti: una maturità tecnica e una capacità di fare già così tanto la differenza a soli 20 anni è una peculiarità dei fuoriclasse, e vista l’età del suo attuale avversario la sensazione è che il tennis mondiale avrà il suo cannibale ancora per parecchio tempo.
Il torneo di Cincinnati, se vogliamo, è stata una perfetta sintesi di ciò che hanno da dare questi due campioni: una finale epica, durata quasi 4 ore nelle quali Novak Djokovic ha anche annullato un match point ad Alcaraz e poi è andato a vincere con un emozionante 5-7 7-6 7-6 quello che il suo 95mo trofeo in carriera, il 39mo Masters 1000.
Numeri da record per un match che non poteva essere più all’altezza della situazione: una finale così lunga (3h 49′ totali, ndr) non la vedevamo da 33 anni, dal 1990. Anche il risultato certifica una parità sostanziale fra i due campioni che al momento si equivalgono e possono cambiare la storia sempre sul filo del rasoio. Novak Djokovic intanto dimostra a tutti che il presente è ancora (anche) suo, ma il futuro è sicuramente tutto di Carlos Alcaraz. Lo sa perfettamente anche lui, che al momento non intravede neppure l’ipotesi del ritiro ma sa bene che quel giorno prima o poi arriverà.
E per Carlitos avere tutta questa stima da parte del suo più grande avversario, che lo paragona a uno dei suoi più grandi idoli, non può che essere un onore. Anche perché Nole ne parla in termini letteralmente entusiastici: “Quando gioco contro Carlos Alcaraz ogni punto è una battaglia. Ho un po’ le sensazioni che avevo quando affrontavo Nadal all’inizio delle nostre carriere”. Gioco, partita, incontro: la sfida fra due grandissimi dello sport mondiale non finisce certo qui.
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