Matteo Berrettini è fermo dall’infortunio alla caviglia rimediato durante il match valido per il secondo turno degli Open degli Stati Uniti
Un altro infortunio, l’ennesimo della carriera per Matteo Berrettini che proprio quando sembrava a un passo dal ritorno ad alti livelli per qualità del gioco e continuità di rendimento è stato costretto all’ennesimo stop forzato. La rovinosa caduta sul cemento di Flushing Meadows durante il match valido per il secondo turno degli US Open ha bloccato ancora una volta il ventisettenne tennista romano, ormai abbonato alla sfortuna. È un dato di fatto, una realtà oggettiva che negli ultimi ventuno mesi Berrettini abbia trascorso molto più tempo sul lettino del fisioterapista che sui campi da tennis.
Nei giorni immediatamente successivi all’infortunio l’ex numero 6 del Ranking Atp ha atteso non senza un briciolo di apprensione l’esito degli accertamenti a cui è stato sottoposto. E alla fine il verdetto ha lasciato sensazioni contrastanti: rottura parziale del legamento astragalo anteriore, un problema che lo terrà lontano dai campi di tennis per circa un mese. C’è la consapevolezza da un lato che potesse andare peggio, dall’altro la rabbia per l’ennesimo problema fisico di cui Berrettini avrebbe fatto volentieri a meno. L’aspetto più importante riguarda ora i tempi di recupero: appassionati e tifosi si domandano quando il tennista romano potrà tornare a giocare.
Berrettini, ecco i tempi di recupero: il ritorno in campo avverrà in Europa
La risposta è che purtroppo non ci sono certezze. In base al tipo di infortunio e ai tempi di recupero di un atleta come Berrettini, si può solo ipotizzare di rivederlo in campo tra un mese o poco più. Nella seconda metà di ottobre il calendario propone una serie di tornei importanti, come ad esempio l’Atp 500 di Basilea che si disputa gli ultimi giorni di ottobre. Oppure ancora prima il torneo di Anversa, un altro appuntamento a cui il tennista romano potrebbe prendere parte.
Non dovrebbe comunque essere in dubbio la presenza di Berrettini nelle eventuali fasi finali della Coppa Davis che si giocano a Malaga a fine novembre. Matteo ha più volte dato prova di grande attaccamento alla maglia azzurra, rispondendo alla convocazione anche in condizioni fisiche non perfette. Ma adesso ciò che conta è il percorso riabilitativo per rimettere in sesto la caviglia infortunata, ci sarà tempo e modo per decidere il ritorno in campo.