Il fuoriclasse svizzero, ritiratosi ormai un anno fa, è tornato per un attimo a ciò che sarebbe potuto essere e non è stato
È passato un anno, ma sembra trascorsa una vita, per quanto manca a tutto il mondo del tennis. È passato un anno, ma sembra ieri per quante volte sia stato pronunciato il suo nome e tirata in ballo la sua figura, una vera leggenda del tennis moderno e non solo. Roger Federer ha ormai appeso la racchetta al chiodo, ma non c’è discorso, non c’è partita, non c’è gesto tecnico che in qualche modo non rimandi a lui. Potere dei fuoriclasse, di coloro che sono sempre presenti nello sport che hanno innalzato a livelli spaziali.
Da quando, in quella emozionante giornata a Londra, il campione elvetico ha detto ‘basta‘, è accaduto un po’ di tutto. Novak Djokovic, il rivale di sempre assieme a Rafa Nadal, ha conquistato tre dei quattro Major in programma nel 2023. Nel frattempo c’è stata anche l’incredibile ascesa di Carlos Alcaraz, trionfatore a Wimbledon e numero uno più giovane della storia.
E poi la crescita dei talenti della nuova generazione, da Holger Rune al nostro Jannik Sinner, per finire con le preoccupanti condizioni del suo amico-rivale Nadal, che nell’anno in corso ha disputato solo due incontri.
È timore diffuso che il mancino di Manacor possa non rientrare nemmeno nel 2024, magari ritirandosi seguendo le orme della leggenda svizzera. Che intanto, nel corso di un’intervista rilasciata ad Eurosport, ha parlato di alcuni dei suoi rimpianti.
Da Alcaraz a Sinner, quanti rimpianti per Re Roger
“Novak sta riscrivendo la storia, Alcaraz ha fatt un exploit a Wimbledon, Medvedev ha giocato in modo fantastico a New York: il tennis è in buone mani“, ha esordito Re Roger: “Tanti giovani stanno emergendo, una generazione contro cui io non ho potuto giocare“, ha incalzato lo svizzero anticipando un suo grande rammarico che ormai non potrà più essere soddisfatto.
“Mi riferisco a Rune, Sinner, Alcaraz. Purtroppo non sono riuscito a sfidarli in campo ma credo che il futuro sia luminoso. Il gioco si sta evolvendo, noi evolviamo. La cosa bella è che mi diverto tanto a guardare i match e commentare i risultati“, ha concluso Federer.
Se il 42enne nativo di Basilea, che ha vinto in carriera tutto quello che c’era da vincere, coltiva questo rimpianto, figuriamoci, per ciascuno dei giovani talenti da lui citati, cosa possa significare aver sfiorato il tennista svizzero alla fine della sua carriera, senza averci mai potuto giocare contro…