Senza alcun dubbio, allo stato attuale delle cose, Cristiano Ronaldo è una icona dello sport in generale e del calcio in particolar modo. Ancora una volta, però, il suo nome finisce sulle prime pagine per delle accuse di violenza che lo vedrebbero protagonista. Si tratta di una nuova bufera che si abbatte sul campione portoghese.
La carriera di Cristiano Ronaldo, seppur giunta ormai sul viale del tramonto, come si suol dire, è stata costellata da trionfi e da successi. Ha, infatti, vinto tutto quello che poteva vincere ad eccezione del Mondiale, che resta il grande rammarico della sua vita. Per il resto, però, soprattutto con il Real Madrid ma anche con Manchester United prima e Juventus poi, ha vinto tutto quello che c’era da vincere. Adesso è stato probabilmente il primo calciatore ad aver scelto l’Arabia Saudita, seguito poi a ruota da tanti altri campioni. Adesso, però, il suo nome torna in auge ma non per questioni di campo, bensì per questioni di natura giudiziaria.
CR7, nuove accuse di violenza
Non è la prima volta che il nome di Cristiano Ronaldo circola, per così dire, nel mondo delle cause di natura giudiziarie. Di questi tempi, ad esempio, sta balzando agli onori della cronaca la questione legata al contenzioso con la Juventus per degli stipendi arretrati, per così dire. Ma non è l’unica questione che lo vede protagonista, per così dire, in una aula di Tribunale.
Dopo l’archiviazione del 2022, si sta per riaprire, a quanto pare, il cosiddetto caso Mayorga. Il giocatore, infatti, ha sempre respinto le accuse della donne di violenza in una stanza di albergo a Las Vegas nel lontano 2009. Nel 2010 aveva pagato 320mila euro per il suo silenzio. I Tribunali, fino a questo momento, hanno respinto ogni richiesta di risarcimento aggiuntivo e nel 2022 è arrivata l’archiviazione.
Cristiano Ronaldo, si riapre il caso Mayorga
Come riportato da Sky Sport UK, la donna ha chiesto alla Corte d’Appello degli Stati Uniti di annullare l’archiviazione, riaprendo così la strada della causa civile. Vuole, infatti, contestare la decisione del giudice della Corte Federale di usare l’accordo di riservatezza firmato nel 2010 e che ha portato al pagamento dei 320mila euro di cui sopra come prova del fatto che il rapporto fosse consensuale. Al momento, però, i legali di CR7 restano tranquilli circa la posizione del proprio assistito.