Il campionissimo serbo, che col titolo di New York ha distanziato ancor di più Rafa nel computo dei Major vinti, si toglie qualche sassolino
Sta riscrivendo il libro dei record. Sta ridefinendo il concetto di GOAT – il più grande di tutti i tempi – a suon di vittorie e di primati. Novak Djokovic si candida ad essere ricordato davvero come il miglior tennista della storia, perché a suo favore parlano i numeri.
Oltre ad essere l’unico ad aver vinto almeno tre volte ciascun torneo del Grande Slam, a detenere il primato nel conteggio dei Masters 1000 (39) e delle ATP Finals (6, di cui 4 consecutive), sul cemento di Flushing Meadows il serbo ha messo un altro mattone di una carriera leggendaria.
Siamo, com’è noto, a 24 Major messi in bacheca. Eguagliata Margaret Court nella classifica all-time dei più vincenti in questa speciale categoria, il nativo di Belgrado ha messo due trionfi di distanza tra sé e Rafa Nadal, fermo a 22, e quattro da quel Roger Federer che, essendosi ormai ritirato, nulla può fare per recuperare.
Il mancino di Manacor, che sta lavorando alacremente per tornare a regalrsi un ultimo anno – il 2024 – ad alti livelli, potrebbe ancora teoricamente impensierire lo slavo. Che, nel frattempo, ha avuto modo di parlare della loro rivalità, che consta di tante battaglie epiche sul campo e di ben 59 scontri diretti. Djokovic, che ad inizio carriera perdeva quasi sempre con Rafa, ha poi rimontato: il conteggio dice ora 30 a 29 per il serbo. Il quale ha sottolineato come questo cambio di tendenza non sia affatto piaciuto al maiorchino.
Sebbene negli ultimi anni abbia un po’ diradato i sui show imitatori coi quali scimmiottava, simpaticamente e senza mai trascendere, gli atteggiamenti in campo di vari tennisti tra cui Maria Sharapova e lo stesso Nadal, Djokovic si è agganciato a queste performance extra campo per lanciare una piccola stoccata a quello che è stato forse il più grande rivale nella sua lunga carriera. Che, per inciso, non è affatto finita.
“All’inizio della mia carriera, quando perdevo contro di lui, le mie imitazioni gli andavano bene. Ma quando ho iniziato a vincere alcune partite ho sentito che l’aria iniziava a cambiare un po’” ha spiegato, nel corso di un’intervista rilasciata ad ESPN, il numero 1 del mondo.
Giova sottolineare che il rispetto e la stima reciproca non sono mai mancati tra i due fuoriclasse. Normale che, trattandosi di due atleti super competitivi, è molto difficile che possa esserci complicità. Né tantomeno amicizia. Lontani dall’essere ‘quasi amici‘ come lo stesso Nadal e Federer hanno sempre dichiarato e mostrato di essere, Nole e Rafa saranno sempre dei grandi rivali. L’ultima puntata della loro epopea deve ancora essere scritta.
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