José Mourinho ha toccato il fondo con la pesantissima sconfitta di Genoa. Il club sta valutando il da farsi dopo la debacle di giovedì sera
Il peggiore avvio della carriera dello Special One coincide con uno dei peggiori della storia recente della Roma. L’amore sembra essere svanito, così come le soluzioni tattiche. La squadra non reagisce agli impulsi e adesso diventa dura.
Budapest, 31 maggio 2023. La Roma si è fermata lì, come scriveva di Cristo a Eboli Carlo Levi. La squadra di José Mourinho non ha mai ripreso la corsa, appassita di fronte alla sconfitta di Europa League contro il Siviglia, in una finale segnata soprattutto dai decisivi errori dell’arbitro Taylor. Uno sforzo mastodontico quello di raggiungere l’ultimo atto europeo per il secondo anno consecutivo, che rischia di aver prosciugato ogni forma di energia, prima ancora che ai giocatori, all’allenatore. I Friedkin hanno provato a rianimare la scena con l’arrivo di un grande acquisto come Lukaku, uno che da solo ha spostato l’umore dei tifosi in positivo.
Il problema è che la Roma 3.0 dello Special One non è mai nata, frutto di un’estate passata più ad allenarsi per contratto che a prepararsi atleticamente a fondo e con un lavoro tattico inesistente. Si è ripartiti dalla difesa a 3 nonostante ci siano solo 4 centrali in rosa, di cui uno acciaccato sin da luglio (Smalling). Il centrocampo non ha mai trovato il giusto assortimento, eccezion fatta per la gara con l’Empoli in cui era presente Renato Sanches.
Mourinho sul banco degli imputati, per ora nessun esonero: contro il Frosinone è già dentro o fuori
Tanti, troppi problemi che alla fine hanno mostrato il lato peggiore della medaglia contro il Genoa di Gilardino. I rossoblu non avevano ancora vinto in questa stagione a Marassi e hanno rifilato la bellezza di 4 gol ad una Roma che andava alla metà della velocità.
Tutti sotto accusa a cominciare dall’allenatore, difeso da gran parte della tifoseria ma non esente da colpe. Non è un discorso tattico o tecnico, semplicemente non c’è più quella connessione di anima e cuore che ti porta a dare il 110%. Qualcosa si è rotto ed è fin troppo evidente, ma per risollevarsi servirebbe una mossa decisa da parte della società e qui arrivano le note dolenti.
A Marassi i dirigenti della Roma presenti in tribuna (Lina Souloukou e Tiago Pinto) hanno visto ben da vicino la situazione. Hanno messo in atto una piccola riunione tecnica nel post gara ma nulla di trascendentale. I Friedkin vogliono sapere perché la squadra è sedicesima con soli 5 punti dopo 6 giornate. Il problema è che nessuno sta realmente pensando a fare la prima mossa. Mourinho non sogna nemmeno di rassegnare le dimissioni e i proprietari americani non valutano (forse per motivi economici) l’esonero al momento. Contro il Frosinone ci si gioca la strada di casa, o si vince o si affonda. Il destino si decide domenica.